Nel popoloso quartiere di Su Planu, in via dei Medici 64, sorge
La vicinanza con le due aree verdi rende quest’angolo del Comune di Selargius una meta particolarmente gradita per le famiglie che, la domenica, dopo aver assistito alla celebrazione della Santa Messa, approfittano dei giochi del vicino “Parco dei Bimbi” per far divertire all’aria aperta i più piccini.
Se quindi possiamo a buon diritto affermare che, in quella data, venne iniziata l’attività della Parrocchia del Santo Spirito, molti anni sarebbero dovuti passare prima dell’ultimazione dell’edificazione della Chiesa. Quel giorno di dicembre, infatti, come lo stesso Monsignor Scalas racconta con commozione, non esistendo ancora un edificio consacrato al culto, la messa di inaugurazione venne celebrata nel retro del bar tutt’ora presente di fronte alla Parrocchia, alla presenza di pochissimi fedeli. In quell’occasione nacque il nucleo di quella che sarebbe diventata, nel corso degli anni, una grande comunità religiosa, guidata da un Pastore d’eccezione che, il 5 gennaio 2002, venne insignito dell’Onorificenza della “Città di Selargius” e nel
Mentre proseguiva, su un’area concessa dal Comune di Selargius, la prima tranche dei lavori, iniziati tra la fine del 1983 e l’inizio del 1984, il tenace Mons. Scalas celebrava le messe in uno scantinato in via Boiardo, messo gentilmente a disposizione dal parrocchiano Vinicio Pes. Il progetto fu regalato dall’ing. Paolo Pintor, mentre della direzione dei lavori si occupò a titolo gratuito l’ing. Giorgio Annibali.
Pian piano, grazie alle offerte dei fedeli e a un piccolo contributo erogato dalla Regione autonoma della Sardegna, la prima parte della chiesa venne eretta. Era la fine del 1984. Subito dopo, grazie anche al finanziamento del Comune di Selargius, partì la seconda tranche dei lavori, che terminarono con l’inaugurazione della Chiesa, avvenuta nel 1997.
Discorso a parte merita la casa parrocchiale, poiché si tratta di un complesso costruito successivamente e a tutt’oggi non ancora inaugurato.
Per quanto concerne l’interno della Chiesa del Santo Spirito, fin dall’ingresso il visitatore viene colpito dalla vivida luminosità dell’ambiente: gradevoli giochi di luce si riflettono dall’ampia vetrata a mosaico del pulpito, che ospita anche un organo. L’ambiente, studiato come un moderno open space, è reso particolarmente accogliente dall’alternanza di materiali quali il legno e la pietra, ed ospita opere realizzate dal famoso pittore e scultore Tore Pintus (deceduto nel 2009), quali la via crucis, i quattro quadri appesi sulla parete destra e lo stesso altare. Le opere realizzate in pietra, invece, sono state realizzate da Salvatore Erriu, scalpellino di Senorbì.
Sotto la mensa sacra, che riporta la scritta “Sanctus, Sanctus, Sanctus”, è visibile una teca in vetro, che custodisce le reliquie di alcuni Santi – tra i quali Santa Rita – e una pergamena, depositati al momento della consacrazione dell’altare. Di fronte alla porta di ingresso, invece, una scalinata conduce alla cripta dove è custodita la tela del “Torchio Mistico”. Quest’ultima raffigura il sacrificio di Gesù Cristo, rappresentato, nell’esemplificazione della vendemmia, come il grappolo d’uva raccolto dalla vite e schiacciato dalla pressa della croce. La tela, regalata a Mons. Scalas dai colleghi missionari dell’Africa prima che ritornasse in Italia, è una pittura naif copta realizzata con la cera, di cui sono ignoti gli autori.
La cripta ospita anche la statua di Santa Rita da Cascia, con la quale la comunità parrocchiale del Santo Spirito ha un legame speciale, come testimoniato dal fatto che
Non si può tuttavia fare a meno di segnalare una curiosità che riguarda l’intreccio tra l’acquisto della statua raffigurante
Così avvenne e, da quel momento, iniziò la tradizione della squadra rossoblù di recarsi ogni anno nella Parrocchia del Santo Spirito per assistere alla funzione religiosa prima del ritiro di precampionato. Purtroppo, questa tradizione è stata interrotta dall’attuale dirigenza del Cagliari Calcio.
Il legame tra Santa Rita e la comunità di Su Planu si è ulteriormente rafforzato nel giugno del 2002 quando, in occasione delle celebrazioni ritiane, i confratelli del Santuario di Roccaporena hanno affidato per un anno intero alla Parrocchia del Santo Spirito una reliquia della Santa: un frammento osseo del suo corpo, incastonato in una pietra proveniente dalla sua casa.
La reliquia, giunta in Sardegna in elicottero, venne poi portata in processione lungo le vie del quartiere di Su Planu. In quell’anno
Patrizia Gentili Spinola