Galleria Fotografica Collezione privata del Sig. Felice Putzu |
La Parrocchia dedicata al SS. Salvatore, ubicata in piazza Don Orione 11, a Selargius, è uno dei luoghi di culto più amati e frequentati dai selargini. Questa devozione è merito, soprattutto, delle innumerevoli opere di bene realizzate dall’Opera di Don Orione, sbarcata in Sardegna nel lontano 17 marzo del 1951. Quel giorno segnò una data importantissima per la comunità cittadina, perché un giovane prete, Don Pietro Donzelli, prendeva ufficialmente possesso del fondo di “Su Sarbadori” a nome della “Piccola Opera della Divina Provvidenza”, fondata a Tortona dal Beato Luigi Orione nel 1893. In questo modo poteva finalmente trasformarsi in realtà il grande sogno condiviso dai due fratelli sacerdoti Felice e Francesco Putzu: far nascere a Selargius un’opera benefica che potesse aiutare i propri concittadini, con una attenzione speciale per i giovani, particolarmente bisognosi di una guida e di punti di riferimento nel difficile periodo post- bellico. A tal fine i sacerdoti Putzu si adoperarono, fin dal 1949, affinché l’Opera di Don Orione giungesse nella loro città, inviando una lunga serie di missive a Tortona. In esse manifestavano la loro volontà di donare all’Opera stessa la chiesa del SS. Salvatore e l’area circostante, di loro proprietà in quanto ereditata dai genitori, Efisio Luigi Putzu – che fu Sindaco di Selargius all’inizio del secolo scorso – ed Anna Rosa Loddo. Alle lettere spedite a Tortona dai fratelli Putzu seguirono quelle di Mons. Paolo Botto, allora Arcivescovo di Cagliari, anch’egli grande estimatore dell’Opera di Don Orione. Fu così che, il 7 luglio del 1950, dopo tanta insistenza e caparbietà da parte dei due sacerdoti, giunsero finalmente a Cagliari il Direttore Generale della Casa della Divina Provvidenza, Don Carlo Pensa, ed il Direttore Provinciale di Genova, Don Silvio Parodi. Il 21 novembre 1950 fu finalmente siglato l’atto di donazione alla Piccola Opera della Divina Provvidenza, da parte dei sacerdoti Felice e Francesco Putzu, sia della proprietà di Santu Sarbadori che della stessa abitazione di Mons. Felice Putzu, ubicata nell’attuale via Roma (anticamente denominata “via Dritta”). Fu l’inizio di una nuova era a Selargius, perché l’Opera di Don Orione, come testimoniato da numerosi ex-allievi, aiutò moltissimi giovani a realizzarsi sia in campo spirituale che in ambito lavorativo: le attività giovanili dell’Oratorio furono sempre molto intense. Del resto uno dei più importanti principi orionini era proprio quello di attirare i giovani, fornendo loro una formazione integrale dal punto di vista umano, sociale e cristiano. Il fondatore dell’Opera, Beato Don Luigi Orione, riteneva infatti che uno dei momenti migliori per andare “a pesca di anime” fosse durante i momenti di gioco dei ragazzi: per questo creò “l’angolo ricreativo” nei suoi istituti, in modo che la presenza discreta del prete potesse aiutare nella prevenzione, ritenuta un principio educativo di fondamentale importanza. E proprio all’amatissima figura del Beato Don Luigi Orione è dedicata una cappella laterale della chiesa, che ospita una statua che lo raffigura ed un reliquiario.
La chiesa intitolata al SS. Salvatore, divenuta sede parrocchiale nel 1967, risale ai primi del Seicento, come dimostrano alcuni documenti della Causa Pia. Originariamente la costruzione presentava la facciata rivolta verso ovest, consentendo così la visione del Castello cagliaritano di San Michele, e presentava un’apertura laterale sussidiaria a mezzogiorno. In seguito la costruzione venne fatta arretrare verso nord, lasciando l’area dell’antico piazzale, e la facciata venne rivolta a sud, in direzione della Chiesa Parrocchiale di Maria Vergine Assunta. La proprietà dell’area della chiesa del ss. Salvatore subì diversi passaggi: nel 1864, anno in cui il tempio fu raso al suolo in quanto pericolante e soggetto a crolli, l’intera area, di 28,20 are, venne acquistata dai coniugi Serafino Corona e Maria Loddo. In seguito la proprietà passo nelle mani delle loro figlie, Angela e Greca Corona, per essere successivamente acquistata da Efisio Luigi Putzu, divenuto poi Sindaco di Selargius. Infine la proprietà passò ai suoi due figli: i sacerdoti Felice e Francesco Putzu, che, come già detto, la donarono generosamente all’Opera Orionina. Dopo la demolizione del 1864 iniziarono i lavori per la ricostruzione: la posa della prima pietra avvenne il 24 agosto del 1897 mentre i lavori furono definitivamente ultimati nel 1900, anno del Giubileo secolare promulgato dal Pontefice Leone XIII. La benedizione della Chiesa avvenne nel 1902, anno a partire dal quale vennero introdotti i festeggiamenti in onore del SS. Salvatore, celebrati il 9 del mese di novembre. Attualmente il Santo viene festeggiato due volte all’anno: sia in novembre che nel corso della prima domenica di settembre: tale decisione è stata presa per consentire ai turisti di partecipare ai festeggiamenti col bel tempo, essendo il mese di novembre caratterizzato dalle piogge. La chiesa è preceduta da un portico formato da cinque arcate, coperto da una tettoia sostenuta con travatura in legno. Nella facciata campeggia una finestra a ruota e, alla sinistra del frontone triangolare, si eleva un campanile a torre eretto nel 1932 che fu dotato, nel 1954, di un orologio, acquistato dall’Amministrazione Comunale di Selargius. L’interno della chiesa presenta un’unica navata, coperta da volta a botte e terminante con un abside semicircolare. Tutti gli affreschi originali del tempio sono stati realizzati dal noto pittore cagliaritano Francesco Degioannis, ma il loro restauro, resosi necessario a causa del trascorrere del tempo, è stato effettuato da Giovanni Atzori. La pianta originale dell’edificio ha subito le prime modifiche intorno agli anni ’30 del secolo scorso quando, al corpo centrale, sono state aggiunte 6 cappelle laterali – 3 per parte – ad arco ellittico. L’intervento era stato ordinato col duplice scopo di aumentare la capienza del tempio e dare maggior sostegno alla chiesa, che all’epoca aveva dato alcuni segni di cedimento. Le cappelle situate sul lato destro sono state edificate nel 1927, mentre quelle poste sul lato sinistro nel 1932. Partendo dall’ingresso e dando le spalle al portone troviamo, immediatamente a destra, la statua della Madonna di Lourdes, in origine ubicata nella seconda cappella, che venne edificata a spese del Sig. Pietro Putzu Loddo. Costui si recò in pellegrinaggio a Lourdes nel 1927 e, al ritorno dal viaggio, decise di dedicare una cappella che riproducesse la grotta di Masabielle all’Immacolata. L’opera venne interamente realizzata dal noto pittore cagliaritano Battistino Scano, detto Baciccia, e l’inaugurazione della cappella avvenne l’11 febbraio del 1930, in occasione del 72° anniversario dell’apparizione della Vergine a Bernadette. Sempre vicino all’ingresso, sulla destra, è possibile vedere un altare recante un simbolo mariano dove, in origine, era posizionata la statua di S. Anna con la Madonna bambina – attualmente ubicata nella seconda cappella a destra – ed una piccola statua di Padre Pio da Pietralcina. Proseguendo, sul lato destro del tempio, è possibile ammirare la statua raffigurante S. Anna – madre di Maria – con la Madonna bambina, meglio nota ai fedeli come Beata Vergine della Speranza. La cappella originariamente dedicataLe fu inaugurata il 18 dicembre del 1929, giorno sacro alla B.V. della Sperenza. Subito dopo troviamo la scultura raffigurante Sant’Olimpia Vergine, che ebbe i natali a Selargius. La cappella ad essa dedicata fu inaugurata il 16 dicembre del 1928. L’altare di marmo venne realizzato dall’artigiano cagliaritano Luigi Onali e il palliotto reca l’iscrizione: “S. Olympiae Virg. Et Mart”. Nella lesena di marmo troviamo un’altra iscrizione, che rende merito al benefattore Felice Putzu: “Qui terrestri patria coniungimur, una tecum in coelesti coronemur – Benef. Felix Putzu. A.D. 1928”. Infine, prima di raggiungere l’altare, possiamo ammirare un quadro raffigurante Don Orione e un suo reliquiario. Analizziamo ora il lato sinistro del tempio. Appena varcata la soglia di ingresso, prima ancora delle cappelle laterali, possiamo osservare una nicchia che è stata riportata alla luce nel corso dei lavori di restauro del 2000. In essa sono state poste due statue donate dai fedeli: una raffigurante Santa Rita da Cascia, l’altra Santa Lucia. Nella prima cappella laterale sinistra, eretta a spese del Sig. Francesco Putzu Frau, troviamo la statua di S. Antonio da Padova. L’altare è stato realizzato dalla ditta Marchisio di Cagliari, mentre il simulacro dalla ditta Rosa Zanazio di Roma. Di seguito troviamo la cappella dedicata al Sacro Cuore di Gesù, realizzata dalle imprese Marchisio e Zanazio ed edificata grazie ai fondi del Canonico Putzu, della sig.ra Speranza Putzu Loddo e della Sig.ra Bonaria Tola. In tempi recenti, nelle due nicchie laterali, sono state aggiunte due statue: a sinistra quella del Beato Nicola da Gesturi, opera dell’arista Claudio Pulli e interamente realizzata in cartapesta; a destra quella di San Giuseppe. Proseguendo in direzione dell’altare troviamo la statua di Sant’Efisio, realizzata dalla ditta Onali di Cagliari grazie alla munificenza di Efisio Putzu Frau. Infine abbiamo la statua della Madonna di Bonaria, aggiunta nel 2008, in occasione del centenario della proclamazione della Madonna di Bonaria a Patrona Massima della Sardegna. Alla fine dell’unica navata troviamo l’altare con crocefisso al centro e la statua del SS. Salvatore rivolta verso i fedeli. La pianta attuale del tempio è frutto di altri ampliamenti, oltre a quelli che portarono alla costruzione delle 6 cappelle laterali. Nel 1963, infatti, Don Attilio Ruggeri, all’epoca Direttore dell’Opera Orionina, essendosi reso conto che la Chiesa era ormai diventata troppo piccola per contenere tutti i fedeli che abitualmente la frequentavano, ne ordinò l’ampliamento. Fu così deciso di allungare la chiesa di 18 metri e di aggiungere una cappella laterale di 12 metri di lunghezza, 5 di larghezza e 5 di altezza.
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Patrizia Gentili Spinola
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L’Ufficio Stampa del Comune di Selargius desidera ringraziare, per la preziosa collaborazione ed il materiale fornito, il Sig. Felice Putzu. Un sentito ringraziamento va, inoltre, a Don Giorgio Murtas e a tutti i membri del Comitato per i festeggiamenti del SS. Salvatore.
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Parrocchia SS. Salvatore |