Chi desiderasse visitare la chiesa di San Giuliano può rivolgersi al Priore della Confraternita della Vergine SS. del Rosario, Sig. Walter Rosa, al numero di telefono 3473884692 per fissare un appuntamento.
LA CHIESA DI SAN GIULIANO
La suggestiva chiesa di San Giuliano – Fotografie da 1 a 8 -, edificata nel periodo che va dagli ultimi decenni dell’XI secolo ai primi del XII, come uno scrigno prezioso è custodita nel cuore stesso della città di Selargius, tra le vie S. Nicolò e S. Giuliano del centro storico. Le dimensioni dell’edificio romanico, la cui superficie coperta è di 115 mq - ai quali vanno ad aggiungersi i 500 mq dell’area ad esso circostante - lasciano supporre che possa trattarsi della più piccola chiesa romanica a tre navate di tutta la Sardegna. Tuttavia, nonostante le modeste dimensioni, lo splendore di San Giuliano cattura già a un primo sguardo il visitatore grazie alla sobrietà e all’eleganza delle sue linee architettoniche. L’edificio, orientato sull’asse est-ovest e con facciata ad occidente, è sopraelevato di circa 1,75 metri rispetto al piano viario esterno; si suppone che tale escamotage sia stato adottato, ab origine, per preservare la chiesa dalle frequenti alluvioni che un tempo colpivano tanto la campagna quanto il centro abitato di Selargius. Da segnalare l’ampliamento del cortile, avvenuto nei primi anni ’80, grazie all’acquisto di un’abitazione privata prospiciente l’edificio sacro ad opera del Comune di Selargius. La casa, nota come “Casa Collu”, apparteneva all’omonima famiglia. All’esterno, di fronte al portico anteriore della chiesa, è possibile scorgere un cerchio bordato di medie dimensioni – fotografia n° 9 {phocagallery view=category|categoryid=51|imageid=408|displaybuttons=1|displaydescription=1|enableswitch=0|type=1}- posto a terra, nel lastricato: al suo interno ogni anno, alla vigilia della festa in onore di San Giuliano, che viene celebrata il 9 gennaio, è acceso un falò, in sardo denominato “Su fogadoni”.
Se a tutt’oggi i visitatori possono ammirare non solo le armoniose proporzioni architettoniche di S. Giuliano, ma anche lo splendore dei suoi elementi d’arredo, il merito è senz’altro della Confraternita della Vergine Santissima del Rosario, che da secoli custodisce e salvaguarda questo tesoro con grande spirito di abnegazione. Pur non essendo a conoscenza della data precisa di istituzione di questa pia associazione, possiamo senz’altro affermare che essa cade tra il 1580 ed il 1604, quando già i documenti citavano i suoi obrieri. Questi ultimi venivano eletti annualmente ed avevano l’incarico di reperire i fondi necessari per organizzare le feste e addobbare la chiesa. In seguito, alla figura dei due obrieri si aggiunsero altre cariche, ciascuna delle quali svolgeva compiti ben precisi: il Priore, il Maggiorale 1° e 2°, l’Andatore, il Clavario. Nel corso degli anni la Confraternita del Rosario si è fatta talmente apprezzare dai Selargini, non solo per essersi occupata della manutenzione della chiesa di S. Giuliano, ma anche per le sue numerose attività in favore dei poveri, degli orfani e delle famiglie in difficoltà, da ricevere numerosi lasciti testamentari, soprattutto nel passato. Altre entrate derivavano dalle processioni, dagli accompagnamenti funebri e dalle elemosine mensili, le cosiddette llegas.
Vanno anche menzionati i diversi interventi di restauro e manutenzione promossi dall’Amministrazione comunale, che alla valorizzazione della Chiesa hanno sempre prestato particolare attenzione e dedicato rilevanti risorse economiche.
Un’altra preziosa opera d’arte custodita nel tempio è il crocifisso ligneo – fotografia N° 31 {phocagallery view=category|categoryid=57|imageid=414|type=1}- databile al XVI-XVII secolo. Quantunque l’autore sia ignoto, dall’impostazione dell’opera si ritiene di poterne ascrivere la paternità ad un artista sardo-spagnolo. Il Cristo in croce è rappresentato col capo reclinato sull’omero destro, secondo la tradizione del Cristo doloroso gotico; dalla ferita del costato e dalle ginocchia sgorga copiosamente sangue. L’anatomia del Cristo, seppure alquanto semplificata, risulta corretta; la grossa testa è caratterizzata da una fisionomia che pare quasi orientale, con occhi a mandorla e zigomi alti.
Naturalmente nella chiesa ad Esso intitolata non poteva certo mancare una scultura di San Giuliano. Il simulacro ligneo – fotografie da 27 a 30 {phocagallery view=category|categoryid=49|imageid=404|displaybuttons=1|displaydescription=1|enableswitch=0|type=1}- rappresenta il Santo a cavallo, nelle vesti di soldato romano, con armatura loricata e manto purpureo con bordatura dorata sulle spalle; tra le dita della mano sinistra regge un uccellino. Secondo il libro storico parrocchiale l’opera ottocentesca sarebbe attribuibile allo scultore cagliaritano Efisio Atzeni.
Degna di nota è anche l’acquasantiera marmorea che accoglie i fedeli all’ingresso e riporta il nome del committente dell’opera, Antiogo Saxia, e la data 1664. Il meraviglioso catino marmoreo reca infatti la scritta, in tarda lingua catalana, “Don Alonso Carro Canonge I Antiogo Saxia Procurador Ɨ 1664”.
Un tempo la chiesa di San Giuliano ospitava nell’altare un pregevole dipinto del pittore fiorentino Michele Medici datato 1785, attualmente custodito nell’adiacente spazio espositivo di Casa Collu in attesa di nuova collocazione. Le dimesioni e la forma del dipinto, cuspidato superiormente, avvalorano la tesi che l’opera sia stata realizzata ad hoc per la parete di fondo della chiesa, in modo da costituire un fondale pittorico all’altare. Originariamente l’opera ospitava entro una nicchia ubicata al centro la statua di S. Giuliano. La grande tela, di impostazione barocca, raffigura la Vergine col Bambino tra gli angeli che porge il rosario a S. Giuliano e a S. Domenico, rispettivamente a cavallo e inginocchiato sulle nuvole. In basso sono raffigurati quattro confratelli inginocchiati che pregano ai lati dello spazio che un tempo accoglieva la statua del Santo: essi indossano il saio bianco con mantelletta nera e cappuccio bianco appartenente alla Confraternita ed assistono devotamente alla scena.
APPROFONDIMENTI:
Per approfondimenti sulla Chiesa di San Giuliano è possibile consultare i seguenti testi, disponibili nella Biblioteca Comunale di Selargius, sita in via Gallus 2 – Piazza Si’ e Boi - Tel. 070/842643 – Fax 070/8488140:
- “Santu Giulianu in Selargius”; Autore: Gianni Orrù; APE Sardinia;
- “Selagius, l’antica Kellarious”; Autore: Gino Camboni; Amilcare Pizzi Editore;
- “Ceraxus: identità, memoria e progetto”; Autore: Efisio Cordeddu; Edizioni Grafica del Parteolla;
- “La Chiesa di San Giuliano a Selargius, XIII sec”; Edizione a cura del Lions Club di Selargius, col patrocinio del Comune di Selargius e dell’Assessorato della Pubblica Istruzione.
(A cura dell’Ufficio Stampa del Comune di Selargius, che ringrazia la Confraternita della Vergine SS. del Rosario e la Pro Loco per la preziosa collaborazione).