Parroco: Don Ireneo Schirru
Tel. 070 842641
Galleria Fotografica
Sebbene sia stata rimaneggiata più volte in epoche successive, a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, la sua struttura originaria risale al XV secolo. L’ampia facciata principale, rivolta a nord-ovest, termina con un timpano che si imposta su un corpo centrale leggermente sporgente; al centro si apre un grande portone architravato, realizzato nel 1670 da Salvadore Pinna, sormontato da un lunettone ad arco. Esso poggia su epistili e cornici sostenute da due colonne doriche di granito grigio per ogni parte, separate da altrettante nicchie. Si ritiene che le nicchie fossero state realizzate al fine di accogliere due statue, tuttavia non si hanno notizie di una loro eventuale presenza neanche in epoca remota.
A sinistra della facciata si eleva il campanile a base quadrata, costruito nel
La grande cupola estradossata della parrocchiale, a croce latina e con volta a botte, rivela al suo interno tracce dell’impianto originario dell’edificio, grazie a quattro mezze voltine a crociera che fungono da raccordi, facilitando il passaggio dal quadrato all’ottagono d’imposta della copertura. L’intradosso è finemente affrescato con le figure dei quattro evangelisti (fotografia 7). Rimanendo ancora all’esterno è interessante rilevare che il frontone della chiesa dedicata all’Assunzione della Beata Vergine è rimasto incompleto fino al 1860: prima di tale data si presentava con muratura grezza di pietra da taglio mentre, successivamente, è stato ricoperto con una intonacatura di calce e sabbia.
Oltre all’ingresso principale esistono altre due vie d’accesso alla parrocchiale: una, ubicata alla sua sinistra, è chiamata “Sa janna de is campanas” (fotografia 8); l’altra, posta a destra del lato ovest, è anche nota come “S’enna de is Serrelis” (fotografia 9). La prima, originariamente, era più stretta ed è stata allargata in un secondo momento, al fine di consentire l’accesso del cocchio adibito al trasporto delle statue dei Santi Lussorio, Camerino e Cesello.
Il portone principale si affaccia sull’interno della parrocchiale, costituito da un’unica navata centrale con volta a botte interamente ricoperta da decorazioni pittoriche (fotografia 10) realizzate intorno al 1927, che alternano disegni ornamentali e figure sacre (fotografie 11 e 12). Lo spazio centrale è completato da tre cappelle laterali per parte, anch’esse voltate a botte, alle quali corrispondono contrafforti di separazione nei prospetti laterali esterni. Appena varcata la soglia della parrocchiale, rivolgendo lo sguardo verso l’alto, è possibile scorgere la cantoria (fotografia 13), realizzata in cemento armato in epoca recente. Essa ospita un organo del 1773 (fotografia 14), ornato nel 1785 e restaurato in più riprese nel corso del XX secolo. L’antico strumento musicale è stato rimesso in esercizio dal 1985.
Di fronte all’ingresso principale domina, imponente, l’altare maggiore a ventaglio (fotografie 15 e 16), realizzato nel 1786 con stupendi marmi policromi intarsiati dal marmoraro lombardo Giovanni Battista Franco. Abbellito da un ricco paliotto dorato e intarsiato, l’altare si presenta con mense sovrapposte sormontate da una grande edicola. All’interno del tempietto centrale signoreggia la statua dell’Assunta (fotografia 17), opera eseguita nella prima metà del secolo XVII dallo scultore Battista Franco seguendo uno stile tardo-gotico, che privilegiava la damaschinatura e la doratura delle vesti.
Immediatamente prima dell’altare maggiore, all’incrocio col transetto sinistro, si trova il pulpito, noto anche come “sa trona” (fotografie da
Nel transetto sinistro si trova l’altare della Vergine di Bonaria (fotografie da
Il transetto destro ospita, oltre all’altare dei Santi Lussorio, Cesello e Camerino (fotografia 25), l’elegante e raffinato fonte battesimale (fotografia 26) realizzato tra il 1727 ed il 1729 dal maestro genovese Pietro Pozzo, che aveva la sua bottega nel quartiere cagliaritano di Stampace. Prima dei restauri della chiesa, avvenuti nel 1912, esso era posizionato alla sinistra del portale centrale. Attualmente è possibile accedervi grazie a un piccolo gradino, la cui alzata è decorata con intarsi policromi a disegni geometrici. Al centro del fonte si trova un portello raffigurante il battesimo di San Giovanni. Recentemente nel transetto destro è stato appeso un grande dipinto del maestro Claudio Pulli (fotografia 27) dedicato all’Adorazione dei Magi.
Lasciandosi alle spalle il portone principale e volgendo lo sguardo in direzione dell’altare maggiore, sei cappelle si aprono lateralmente a partire dall’unica navata centrale. Le tre cappelle sulla destra si susseguono in quest’ordine:
1. Cappella del Crocifisso (fotografia 28);
2. Cappella della Vergine d’Itria (fotografie dalla 29 alla 31);
3. Cappella di San Giuseppe (fotografie 32 e 33).
Quelle sulla sinistra, invece, sono così disposte:
1. Cappella di Sant’Antonio (fotografia 34);
2. Cappella del Sacro Cuore di Gesù (fotografie 35 e 36);
3. Cappella di Nostra Signora del Rosario (fotografie dalla 37 alla 39) .
Almeno due di esse meritano di essere descritte nel dettaglio. La cappella mediana di destra, che ospita all’interno della nicchia centrale la scultura della Madonna d’Itria (fotografie 29 e 30), si fa risalire al secondo Settecento. L’altare si conclude con un timpano che sovrasta tre sezioni separate da quattro sobrie colonne tortili, che sostengono la trabeazione. La figura centrale della Madonna e del Bambin Gesù è completata da un turco, caratterizzato dalla pelle scura e dalla ricchezza delle vesti, e da uno schiavo (fotografia 31). Entrambi i penitenti sono posizionati ai piedi della Vergine. Nelle due nicchie laterali sono collocate, rispettivamente, la statua di Sant’Agostino sulla destra e quella di San Raimondo sulla sinistra: acquistate nel 1773, si ritiene che siano state eseguite da un intagliatore napoletano rimasto ignoto.
Nell’ultima cappella situata sulla sinistra in direzione del transetto, dedicata a Nostra Signora del Rosario (fotografia 37), si trova un altare ligneo della prima metà del Seicento, attribuito alla scuola del pittore e scultore Giovanni Angelo Puxeddu. La cappella ospita un grande retablo (fotografia 38) suddiviso in tre ordini con colonne rudentate e raccordate mediante volute e cariatidi. Nel retablo sono contenuti dei medaglioni, con figure a rilievo dorate e policrome, e quattro dipinti a olio, che si fanno risalire al 1781, raffiguranti scene della Passione: l’orazione nell’orto degli ulivi; il Cristo deriso; il Cristo flagellato e