Varese: export in crescita
L’export varesino ha registrato nel primo trimestre del 2022 un’ottima performance, con un incremento (+31,7% rispetto all’analogo periodo dello scorso anno) che è stato il maggiore tra tutte le province della Lombardia, dove la media regionale è stata del +23,6%. In termini assoluti, da gennaio a marzo di quest’anno le imprese varesine hanno esportato beni e servizi per oltre 3 miliardi (3.009.402.905 euro, per la precisione), segnando un nuovo record.
Nel contempo, anche le importazioni sono in aumento (+28,8%), passando da 1,9 a oltre 2,4 miliardi di euro, ma il saldo della bilancia commerciale resta saldamente positivo per oltre 558 milioni.
Un consistente incremento di valori che, in parte, è conseguenza dell’andamento dei prezzi, caratterizzato da una dinamica inflattiva, specialmente della importazione di materie prime e di energia. Resta comunque significativo l’andamento positivo in termini di volume di scambio di merci.
I dati, disponibili sul portale OsserVa, sono stati elaborato dal nostro Ufficio Studi e Statistica.
Quanto ai settori produttivi, la crescita principale dell’export è stata fatta registrare dai mezzi di trasporto come aerei ed elicotteri (+75%), e dai prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori (+55%), dove l’incremento varesino ha superato anche quello di Como (+41%) e Milano (+38%), segnando una ripresa dopo le difficoltà degli ultimi anni. In termini assoluti, la quota maggioritaria resta, però, quella delle materie plastiche (8,9%), seguita dai macchinari (7,7%) e dai prodotti chimici (7,2%).
La Germania si conferma, poi, il principale mercato di sbocco con il 13,1% sul totale delle esportazioni, seguita da Francia (9,4%) e Stati Uniti (7,7%). Se proprio le imprese tedesche, nell’ambito dell’Unione Europea, sono quelle che hanno aumentato di più la richiesta di prodotti varesini, molto bene l’andamento delle relazioni commerciali con gli Stati Uniti, cresciute del 77,1% nel confronto tra il primo trimestre di quest’anno e quello del 2021. In discesa invece Cina (-4,2%) e Hong-Kong (-12%).
Infine, l’impatto della crisi russo-ucraina inizia ad evidenziarsi in questi dati sia perché le sanzioni sono entrate in vigore nel corso del trimestre, sia perché vi erano già provvedimenti restrittivi sulla Federazione Russa che, complessivamente, registra un calo del 32%.